La musica è uno strumento umano che è in grado di toccare le corde emotive dell’individuo. Può piacere o non piacere e in questo senso ha in sè e di chi la compone e di chi la sente un approccio creativo alla vita. Freud disse “L’Ego è inconscio come l’Es” dove per Ego intendeva la parte di noi che è Ego-ista senza che la riconosciamo. Einstein disse che il vero valore di una persona si determina esaminando quanto essa si sia liberata dall’Ego. Psicologicamente si può dire che più una persona è libera dall’Ego, più è adulta. E’ un concetto proporzionale. La musica non è ego-istica perchè prima di tutto muove la persona verso il sentire, perchè la musica si sente e in tal senso si può considerare come una corrente che si inserisce tra due situazioni il “vocabolo” e il “sentire”. Nella realtà oggettiva ci muoviamo con i cinque sensi tra cui il senso acustico. La musica come le parole “viaggia” a livello acustico e in tal senso così come la parola, ma ancor più della parola è in grado di stimolare i sentimenti dell’individuo con una base di riferimento che è in grado di “essere” al di là dell’Ego(-ismo) e quindi può essere terapeutica allo stesso modo delle parole ma in un sentiero suo. Quando una persona non è in grado di stare da sola è bene che si dica che il parlare è il miglior antidepressivo che esista, mentre stare con la musica è il modo migliore per affrontare la solitudine, quindi il parlare e l’ascoltare la musica sono a due livelli molto vicini ma diversi, il parlare è più estroverso, l’ascoltare musica più introverso. Sono due situazioni rappresentative opposte a una in cui si vede il prodotto dell’Ego invece, cioè quando una persona toglie il saluto a un’altra, in questo senso togliere il saluto a una persona è un chiaro prodotto dell’Ego.