Quando si diventa “grandi” si cerca di lasciare il mondo infantile alle proprie spalle, per potersi affermare nella società e comunicare a tutti che ora si è grandi e si ha ben poco a che fare con il proprio spirito bambinesco.
Una cosa da cui sicuramente ci allontaniamo, per poi riavvicinarci quando si diventa genitori, è il mondo delle favole: non siamo più bambini e non siamo più interessati a principesse, eroi, draghi e a quel mondo fantastico.
Spesso l’adulto sottovaluta l’importanza e il significato di una favola, pensa che siano utili solo ai bambini, ma in questo modo perde il vero insegnamento che sta alla base di ogni fiaba.
Infatti, ogni racconto è un percorso, costellato di problemi, difficoltà e ingiustizie in cui il protagonista si imbatte, ma che grazie alla forza interiore e a strategie di problem solving riesce a gestire ed affrontare, raggiungendo così il “lieto fine”.
Il loro compito è quello di aiutarci a capire, e credere, che dentro di noi abbiamo tutti gli strumenti necessari per affrontare le difficoltà che si presentano sul nostro cammino di crescita; inoltre, ci insegnano a tenere duro in quei momenti, a non gettare la spugna, perché ci sono sempre risorse e opportunità impreviste che si possono presentare.
In ogni favola sono presenti, in modo ben distinto e contrapposto, il bene e il male: questo perché si vuole evidenziare che entrambe le qualità sono presenti in ogni essere umano e che, nella maggior parte dei casi, sono il filo rosso che unisce le sfide e le lotte che si susseguono nella trama e che aiutano a sviluppare le capacità utili a fronteggiare i problemi.
Non è un caso che ci si identifichi con un personaggio di una fiaba. Questo processo avviene perché le storie narrate simboleggiano le difficoltà che incontriamo nel corso della vita e come vengono affrontate, dandoci una spinta a credere di più in noi stessi e nelle nostre capacità.
Le favole sono necessarie ai bambini, perché attraverso il loro stesso linguaggio, quello della fantasia, li aiutano a capire meglio quello che accade dentro e intorno a loro contribuendo alla loro crescita. Non a caso, nella maggior parte delle volte, i piccoli si identificano con l’eroe: così facendo si crea in loro la speranza che i problemi possano essere risolti e che c’è sempre la possibilità di cambiare.
Qual è allora la morale?
Che l’eroe (il bene), e la sua vita, è migliore del suo rivale (il male), in questo modo ci identifichiamo con il coraggio, la capacità di lottare, il credere in noi stessi e nelle nostre capacità e siamo pronti a crescere ed accettare sfide sempre più grandi.
non si capisce niente.
Cos’è che non capisce?