Per chi conosce Facebook e ha avuto modo di utilizzarlo, il primo fattore che lo contraddistingue, guardando dall’ottica psicologica il socialnetwork è il suo grado di partecipazione, inteso come livello di struttura. Si tratta infatti di un’impostazione basata su una dinamica di carattere collettivo, e fa supporre che il suo creatore Mark Zuckerberg l’abbia costruito proprio grazie a una dinamica sua propria di tipo collettivo che gli appartiene. E’ lo stesso tipo di dinamica che si ritrova, per facilitare la comprensione, anche in altri casi che si possono paragonare a Facebook, come nei passatempi può essere il puzzle oppure nello sport può essere il nuoto sincronizzato. La ragione di questo articolo è che c’è un aspetto particolare di Facebook che in ottica psicologica non può non essere “valutato”, per gli sviluppi positivi che ha questo socialnetwork e della sua impostazione, verso alcune persone aventi un certo tipo di conflitto. Questa “componente particolare” è subito evidente ( ricordando che si parla di dinamica partecipativa ). E’ fatta dalla domanda “A cosa stai pensando?” e dal tasto “Condividi”. Proprio questa impostazione e l’aspetto di condivisione alleggerisce la tensione di quelle persone che hanno un comportamento di “evitamento”, comportamento che riguarda una minima parte delle persone, perchè sono poche le persone che hanno questa fragilità. L’aspetto partecipativo e collettivo che c’è grazie al “cosa stai pensando?” e al tasto “Condividi” è molto contenitivo. Cosa si intende per comportamento evitante? Si tratta di un comportamento che tende a evitare il contatto intimo, quindi anzichè volgersi verso un’altra persona, è più probabile che ci sia un ritiro nell’autodifesa. Di sicuro proprio perchè impostato in dinamica collettiva e partecipativa, Facebook smorza almeno in parte questa tendenza a chi l’ha più marcata, cioè a chi ha come base della propria nevrosi questo conflitto. Altri due elementi sono l’ipersensibilità e il fatto che queste persone possono pensare di sè “C’è qualcosa che non va in me”, per cui alla minima pressione esterna oppongono una forte resistenza preferendo stare isolate ( esempio trascorrendo il tempo al videopoker ). Due esempi di film facilitano la comprensione di questo tipo di persona: l’interpretazione di ‘Conrad’ di Thimothy Hutton nel film Gente comune e quella di ‘Macon’ di William Hurt nel film Turista per caso. Quindi, questo socialnetwork per come è costituito, ha una funzionalità positiva dal punto di vista psicologico per stemperare e alleviare la tensione relativa al conflitto che hanno queste persone.