C’era una volta,
un ‘albero viola’ talmente bello da far sembrare il paese in cui era presente, ‘un presepe’. Grazie a quell’albero il paese si chiamò “Presepe”. Nel “Presepe” c’era un giornalista di nome Arthur che trascorreva il tempo a raccogliere notizie. Una sera di tramonto che è ogni sera di sera serena Arthur avvertì un leggero singhiozzo. Da quel momento a seguire il singhiozzo diventò più insistente al punto di non permettergli più di impostare una frase senza che gli si sobbalzasse la penna. Decisivo fu quando si accorse che intingere la penna nel calamaio metteva a repentaglio l’inchiostro. Non sapendo bene come risolvere il singhiozzo s’incammino per il “Presepe” e cammin facendo vide un’insegna che lo sorprese. C’era su un campanello il nome “Dott. Sigmund Freud”, proprio ciò che cercava. Decise di informarsi da lui e nei 2 minuti che intercorsero dal suono del campanello all’arrivo di Sigmund, Arthur fece 49 singhiozzi: era evidente che per lui la speranza di poter risolvere il suo problema aveva già generato un miglioramento del sintomo. “Buongiorno” si presentò Sigmund ” prego, mi dica!. “Buongiorno a lei” disse il giornalista togliendosi il cappello in segno di cortesia ” sono Arthur e le ho suonato poc’anzi perchè vorrei sapere se sa indicarmi un rimedio a un singhiozzo che da diversi giorni mi porto appresso e che non smette di perseguitarmi. Non è tanto per il singhiozzo, ma è che è un singhiozzo fuori dal comune e non so proprio quale rimedio utilizzare”. Sigmund si rese partecipe della conversazione e disse “io mi occupo di sintomi per cui se lei è d’accordo la farei sdraiare sul lettino del mio studio per visitarla”. Si avviarono nello studio dove Arthur si accomodò sul divano mentre Sigmund da par sua descriveva brevemente il suo lavoro. Lui avrebbe elaborato le sue parole per capire da dove potesse arrivare il singiozzo e quale ne fosse la radice. Così disse ” Arthur mi dica la prima parola o frase che le passa per la mente, qualunque essa sia”. La seduta ebbe inizio. “La prima che mi vien pensando è << le prime in pista>>”; Sigmund estrasse il suo taccuino e prese appunti.”Ecco va bene, e poi le viene in mente altro, Arthur?” Il giornalista disse “<< 27 orizzontale>>”, quindi la soluzione è << pi>>”. Freud aggrottò le ciglia ma non si scompose, mentre Wynne pensava alle ultime parole crociate che aveva appena creato. E poi disse “<<Combinazione del poker….5 verticale>>” , “<<Aletta di pesce……19 orizzontale>>”,”<<L’acqua minerale non gasata….27 orizzontale>>”. Dopo circa mezz’ora Freud interruppe il flusso di parole di Arthur e iniziò a spiegargli il complesso di Edipo base della sua teoria secondo la quale nella “persona” è presente un complesso tale per cui fin da bambino c’è una ricerca di voler stare con la madre al posto del padre, per amore e quindi invidiare il padre”. Arthur mentre sentiva questa spiegazione disse ” è come se il bambino provasse una sindrome da emarginato, allora…giusto?” e sorrise. Freud disse “Ehm….effettivamente!”. Il giornalista prese il pallino del discorso per spiegare il suo cruciverba a cosa serviva “lo feci proprio per questo motivo, il cruciverba, per aiutare le persone anzichè a vedere il proprio padre o la propria madre, per indirizzarlo verso la realtà di ciò che si può vedere a Presepe…….io segno una definizione di realtà come “Ranocchietta verde” e la persona trova la parola che corrisponde alla realtà della definizione, cioè “Ila” , ed è questo il principio su cui si basa…” Freud rimase di stucco quasi come se fosse Arthur ad essere il dottore, e non lui, non ci aveva mai pensato alla sindrome dell’emarginazione”.Sigmund decise a quel punto di andare a prendere un bicchiere d’acqua per offrirla ad Arthur, che la bevve di gusto e si sentì leggero come una piuma. Prima di accomiatarsi il singhiozzo sparì d’incanto come incantevole è pensare ad un albero viola in un bosco di alberi verdi che fa notare quanto siano belli gli alberi verdi grazie al colore di un tal “Presepe”.
The End.