Ciò che ritengo importante e che è di buon senso palesare è che principalmente una delle attitudini dello Psicologo debba essere quella di avere una qualità e capacità di essere pratico, oltre alla normale esperienza di saper riconoscere il carattere di una persona, e cioè avere la concretezza di saper risolvere un problema pratico, questo perchè molto spesso la persona che si rivolge a un professionista del settore ha anche difficoltà dal punto di vista pratico. Io personalmente ho sempre avuto la sensazione che stare in mezzo alla gente avrebbe facilitato e la comprensione diretta delle persone e la comprensione dei loro problemi pratici durante la quotidianità. Scegliendo pertanto di trascorrere oltre dieci anni in mezzo alla gente anche per questo motivo, ho capito che è più costruttivo prendere le cose partendo dal basso e discorrere con il chimico, il calzolaio, l’educatore così come col muratore, anzichè guardare un film. Dieci anni e più in cui ritengo di aver avuto la volontà di esercitare la libertà di conoscere i caratteri della gente, stando all’aperto. Questo è stato il mio tirocinio. Partire dal basso vuol dire non farsi ostacolare dalle proprie fantasie e comprendere che quando una persona dice una cosa quel qualcosa testuale ha una sua verità, almeno per la persona che la dice, questo per me può valere in qualunque posto essa la dica. Diverso è il concetto della Psicologia, perchè non volevo trascurare per mio dovere i fattori di ricaduta che può avere la persona, quando è risaputo che anche nelle migliori delle ipotesi si possono comunque verificare. La letteratura essendo chiara in merito ha sempre sostenuto che nella terapia della nevrosi uno dei punti deboli è e rimane che in molti casi trattati anche gravi, l’ambiente in cui la persona ora in via di guarigione viveva, si opponeva al suo risanamento. Ciò avveniva e avviene nelle forme più disparate, ed è una lacuna dei metodi tradizionali, cioè nonostante i risultati la persona rischiava di ricadere perchè l’ambiente da cui era partita la persona si opponeva al risanamento. Inoltre non si può non tenere conto che nel vissuto personale dell’individuo esiste la necessità dell’appagamento al nutrirsi, che è l’unica pulsione intesa come bisogno vitale che non ha nessuna influenza sulla formazione del carattere e quindi della nevrosi ( dato che la fame è già presente alla nascita) . Nell’ambiente di casa questa necessità intesa come tendenza viene mantenuta e rafforzata proprio dall’ambiente perchè la persona può pensare di poter mangiare. Un efficace terapia non può prescindere nella gran parte dei casi al superamento del moralismo sociale sussistente, per cui per quanto sia necessario tenere in considerazione l’appagamento della nutrizione altrettanto è fondamentale tenere in considerazione l’altra tendenza che è quella di avere una vita amorosa genitale appagante, indipendentemente da quanto si possa considerare importante il processo di sublimazione come fattore evidente di una terapia riuscita, cioè per la persona la conversione della sua energia sessuale in interesse lavorativo. E’ evidente che la sublimazione sia un fattore essenziale nel processo di guarigione, ma non credo che sia da considerarsi come l’unico fattore di rilievo nella riuscita di una terapia, perchè l’appagamento della necessità del desiderio sessuale e del desiderio di nutrizione sono, per quei pochi che dal campo della Psicologia si sono occupati anche di Sociologia, fattori alla base della struttura psichica media di una società concreta. Per cui non si può parlare solo di sublimazione, perchè l’ambiente della persona è fondamentale anche per le altre due necessità, per cui se queste due pulsioni sono più libere rispetto al setting di studio tradizionale, perchè appoggiate dall’ambiente la persona scioglierà i suoi conflitti sottostanti con più facilità e non solo ma affronterà la propria cura proprio nell’ambiente che potrebbe opporsi successivamente alla terapia di studio, e questo rappresenta un ragionamento logico o una svolta. Ho usato la parola intelliggibile?